Il “ de profundis” delle …. illusioni
Necessità di “rinnovamento”
Il
decantato “ federalismo locale” con l'aumento delle competenze e risorse per effetto dell'allargamento dei poteri,
specie dell'ente regionale, quali
traguardi si prefiggeva di raggiungere e a quali traguardi ci ha
portato?
Si prefiggeva una migliore
condizione di vita sociale in tutte le sue proteiforme branche: lavoro, sanità,
sicurezza, assistenza latu sensu, istruzione e in tutte quelle altre necessarie
ad assicurare alla “popolazione” un migliore tenore di vita (compatibilmente
alla situazione economica nazionale che in questo periodo in particolare non ha
una buona salute, come dovrebbe!)
Ma quali risultati ha invece
realizzato?
Costatiamo che la classe
politica nazionale dominante nel nostro Paese si sostanzia in un’oligarchia
orba, insensibile a ogni pressante richiamo sociale, a ogni “promessa
elettorale” fatta, ma quasi (! ) mai adempiuta, sempre assurta agli agi, ai
privilegi e a tutte le opportunità politiche del potere, senza avere la minima
educazione o cultura per non restarne ebbra.
In questo suo “operare” si
avvale di una classe politica locale, che a sua volta si confronta e si avvale
di “notabili” locali (imprenditori, sedicenti consulenti, faccendieri, ecc.) in
un rapporto di osmosi e di reciproca accondiscendenza servile: ognuna delle
parti sempre pronte a dire di sì, sicura di ottenere “ domani” qualcosa in
cambio!
E' questo il localismo locale
che si compendia in un vasto circuito che integra il potere amministrativo –
clientelare di ogni schieramento politico da un lato, e gli interessi del notabilato
economico-professionale e i loro accoliti dall'altro:
notabilato dedito in
particolare all'” urbanizzazione “ delle aree ancora libere per affidarle alla
“ costruzione selvaggia” dei loro cosiddetti
c.d. Amici e amici degli amici,
futuri prevedibili finanziatori dei rispettivi schieramenti, in vista in
particolare d’imminenti consultazioni elettorali.
Conseguentemente la qualità
delle classi politiche locali sta conoscendo un progressivo scadimento: ciò è
dovuto anche alla quasi disintegrazione degli apparati centrali dei partiti e
alle loro funzioni d’indirizzo e di controllo: partiti solitamente tetragoni a
difendere tutti i loro privilegi e mai a ridurre i costi della loro asserita
impalpabile attività e a eliminare i notevoli sprechi e i conflitti d’interesse
in ogni sua accezione dei loro esponenti, o a promuovere quelle rinnovate
richieste popolari di riforme ormai urgenti ed indifferibili (!!!!) (legge
elettorale-giustizia-lavoro-finanziamento
ai partiti-riduzione del numero dei parlamentari ecc.ecc.)
Rimangono, pertanto potentati
locali, oligarchici a base di famiglie per lo più clan, anima nera del potere
locale, talvolta peggiore di quella nazionale.
Ciò determina la sempre più
costante maggiore diserzione dalla cosa pubblica,
specie locale, di persone
indipendenti, sane, leali, professionalmente valide, coraggiose, che svolgendo
un proprio lavoro in servizio al di fuori della politica o stando in
quiescenza, lavoro da cui traggono esclusivo sostentamento che non hanno alcun
interesse a costruirsi una personale carriera politica, potrebbero tentare di
realizzare esclusivamente l'”interesse pubblico” della collettività intera (
interesse dai “politici” osannato come servizio …. ma poi attuato
prevalentemente come interesse privato).
Ed è in questo contesto che va
inserito un” rinnovamento” politico: rinnovamento inteso come “ rinascita dei
valori” approfondimento di tutti i problemi della “ popolazione “ con cui
confrontarsi sempre in tempi stretti, ascoltando attentamente ogni loro
aspirazione, affrontando ogni problematica esposta, intervenendo con le dovute
modalità e decidendo democraticamente nell'esclusivo interesse pubblico.
In particolare, ogni tematica
va affrontata con dovizia di conoscenza, analizzata con tutti gli interlocutori
interessati, e conclusa, per quanto possibile, in tempi brevi nell'interesse
esclusivo della collettività evitando dilazioni e infinite lungaggini. Solo
così si potrebbero soddisfare le aspettative del “ cittadino”, non più solo
punto finale di provvedimenti presi a sua insaputa, ma partecipe di ogni
iniziativa che lo riguarda sia come persona cui è diretta l'iniziativa stessa,
sia come fruitore dei servizi disposti dalla (sua città) ove vive ed opera,
ridandogli pertanto quella dignità di “civis” che ha ormai perso.
E' questa una forma di (
democrazia partecipata) a cui deve ispirarsi ogni movimento di “ rinnovamento”
politico e sociale.
Movimento “ autonomo “ scevro
da ogni condizionamento e schieramento politico-partitico, cui dovrebbero far
parte persone che vivono la realtà cittadina quali operatori nelle varie
branche lavorative, che agiscono o hanno agito umanamente e/o professionalmente
nei vari settori, che traggono sostentamento esclusivamente dal loro lavoro,
nella più ampia trasparenza: persone che hanno come aspirazione esclusivamente
il desiderio di compiere un “ servizio sociale” nell'interesse esclusivo della
collettività, al fine di tentare di risolvere, ove è possibile, in tempi brevi
i quotidiani problemi e far raggiungere così alla stessa collettività una
migliore condizione di vita in tutte le sue forme, da tutti agognata,
realizzando finalmente così nella sua pienezza il c.d.modello di
“federalismo locale”.